Dopo quasi otto anni, la Superanagrafe dei conti correnti annunciata dal Governo Monti è pronta a partire anche nei confronti delle persone fisiche, ossia dei contribuenti che non hanno partita Iva. Il Garante della Privacy ha infatti dato il via libera e Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza potranno utilizzare le informazioni sui risparmi dei contribuenti per contrastare il fenomeno dell’evasione.
Tuttavia la Superanagrafe non sarà uno strumento da utilizzare indiscriminatamente, ed è proprio su questo punto che il Garante della Privacy ha voluto porre l’accento.
La mole informativa dei dati di sintesi (ossia i saldi a inizio a fine anno, la somma degli addebiti e degli accrediti e la giacenza media) è enorme e deve essere utilizzata per creare liste selettive di contribuenti, che poi saranno condivise con gli uffici locali del Fisco per approfondimenti e controlli.
La selezione si fonda sulla coerenza delle disponibilità dei contribuenti persone fisiche, così come risultano dalla Superanagrafe, con le fonti di entrata e di uscita riconducibili e quantificate in base agli elementi in possesso dell’amministrazione finanziaria. La mancata coerenza può essere interpretata come un segnale per effettuare approfondimenti in sede locale. Tale azione prevedeva un debutto per la persone fisiche, in via sperimentale, a partire dal periodo di imposta 2014 e anche nell’ultimo piano di performance dell’Agenzia dell’Entrate l’inizio di questa sperimentazione era subordinato al parere preventivo del Garante della Privacy.
La prima fase dell’utilizzo della Superanagrafe era già partita l’anno scorso con l’incrocio dei dati relativi alle Srl, sempre privilegiando quelle situazioni ritenute ad alto rischio di evasione, partendo da chi aveva ricevuto accrediti importanti e aveva omesso di presentare la dichiarazione dei redditi e dell’Iva o l’aveva presentata in modo incompleto. Da questa selezione sono emerse 1.200 posizioni a rischio potenziale con una movimentazione sui conti superiore ad un milione di euro. L’Agenzia delle Entrate ha come obiettivo per il 2020 quello di completare la sperimentazione per l’utilizzo della Superanagrafe nell’analisi del rischio anche per le società che hanno presentato la dichiarazione per il periodo d’imposta 2016.
La Superanagrafe assume quindi un ruolo di deterrente a non evadere e un incentivo all’adempimento spontaneo, nell’ambito della valorizzazione della compliance rimarcata anche nell’indirizzo delle politiche fiscali emanate dal ministro Giovanni Tria. Una conferma in questo senso arriva anche dall’utilizzo delle indagini finanziarie, che negli ultimi anni è calato sempre di più e che nelle ipotesi dell’Agenzia delle Entrate sarà a sostegno di solo il 2% degli accertamenti nel 2019 e del 3% nel 2020 e nel 2021. Tale riduzione è giustificata anche dal fatto che le indagini richiedono una procedura di autorizzazione preventiva, dal momento che si accede a tutti i movimenti in entrata e in uscita del contribuente, mentre il Fisco ha deciso di puntare su un’analisi preventiva, sempre più mirata e selettiva.
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