Il Governo sta lavorando ad un nuovo stop del Fisco, un nodo fondamentale per garantire un sostegno alla liquidità delle imprese e allo stesso tempo per liberare almeno una parte delle fatture che le aziende fornitrici aspettano di vedersi liquidare dalla Pubblica Amministrazione.

Tre le misure previste, lo stop ai versamenti di Iva, ritenute e contributi, se possibile per tutto aprile e maggio, se non giugno. Ma anche il blocco dei pignoramenti dei conti correnti e del quinto dello stipendio, degli avvisi bonari e degli accertamenti. Prevista anche una deroga per i termini del bonus prima casa, che sarà congelata fino a dicembre per non perdere le agevolazioni su Iva e imposta di registro. Molto probabile, infine, lo slittamento al 2021 della sugar e plastic tax.

Vediamo nel dettaglio le principali misure allo studio del Governo.

Lo sblocca debiti

Sulla falsa riga di quanto fatto nel 2013, lo sblocca debiti prevede un’iniezione di liquidità agli enti pubblici, e in primo luogo sanità ed enti territoriali, per permette di pagare almeno una parte dei debiti commerciali insoluti. Secondo le stime del Mef, le vecchie fatture ammontano a un totale di 37 miliardi.

Rimane però il problema del finanziamento, che per non incidere sull’indebitamento netto dovrebbe essere accompagnato da un obbligo di accantonamento equivalente. Resta tuttavia il problema delle risorse, perché anche senza aumentare l’indebitamento sarebbe necessario emettere titoli per raccogliere tutta la liquidità necessaria.

Stop a versamenti e adempimenti

Per quanto riguarda il Fisco, il pacchetto prevede numerose sospensioni ai versamenti e adempimenti, che potrebbero anche essere anticipati con un provvedimento a sé, così da non replicare la corsa allo stop dei pagamenti avvenuto con il Dl 17 marzo.18, arrivato a termini già scaduti. Il decreto di aprile, infatti, rischia di arrivare in ritardo rispetto alla scadenza del 16 aprile per i versamenti di tasse e contributi.

Nel frattempo si studiano le platee alle quali rivolgere lo stop di tasse e contributi, dal momento che lo scenario è completamente cambiato rispetto allo scorso mese e la chiusura di imprese a attività coinvolge ormai l’intero Paese.

Le sospensioni per le Partite Iva

Per questo motivo si lavora ad una sospensione per le Partite Iva e le imprese con un volume di affari fino a 10 milioni e un calo del fatturato di almeno il 25 o il 33%: tale percentuale sarà definita una volta stabilito il quadro di intervento complessivo e la platea delle partite Iva.

La sospensione dei pagamenti, che sarà di due mesi (aprile e maggio, quindi, ma non si esclude giugno), riguarderà anche i trimestrali Iva.

Infine, se nel Dl di marzo non erano stati presi in considerazione lo stop dei pignoramenti di conti correnti e stipendi, saranno probabilmente inclusi nel nuovo decreto.

 

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