Nell’attuale fase di emergenza da Covid-19, la video udienza tributaria rappresenta una terza opzione per chi, tra i professionisti che lavorano nel Contenzioso Tributario, chiede un’udienza pubblica con ingresso scaglionato e chi preferisce adottare la soluzione proposta dal Mef con il contraddittorio documentale.
Tuttavia, sarà necessario attendere il parere del Garante della Privacy, al quale il Mef ha chiesto una valutazione del decreto con il quale ha disciplinato l’udienza da remoto, per capire se la video udienza sarà una procedura attuabile non solo in questo momento di emergenza da contagio Coronavirus, ma anche a regime.
La giustizia tributaria è stata infatti la prima giurisdizione a dotarsi di una disciplina che prevede il processo telematico, con l’art. 16 del Dl 119/2018, ma bisogna purtroppo sottolineare che tale norma è rimasta spesso inattuata, anche in pieno lockdown, tanto che si è resa necessarie l’adozione di linee guida per le Commissioni tributarie, onde evitare un blocco totale del contenzioso.
Il nodo del software di comunicazione
Il parere del Garante potrebbe quindi arrivare nei prossimi giorni, dal momento che il Mef lo ha richiesto ormai a fine luglio. Gli aspetti da prendere in considerazione sotto il profilo della privacy sono comunque molteplici, come la piattaforma di comunicazione utilizzata (Skype for business, di proprietà Microsoft). Già in passato il Garante aveva avuto modo di esprimere contrario all’utilizzo di programmi di produttori stranieri (il caso in questione riguardata il software Teams nell’ambito della Giustizia Amministrativa), suggerendo piuttosto l’utilizzo di piattaforme interne, con la creazione di infrastrutture gestite collettivamente da o con altre strutture pubbliche, in modo da evitare i rischi di un traffico all’estero dei dati.
A tutto ciò bisogna aggiungere il fatto che Skype for Business sarà ritirato dal produttore a luglio 2021, circostanza che potrebbe rendere ancora più complesso il lavoro delle Commissioni tributarie, con conseguenze negative anche per i professionisti del Fisco. Dopo pochi mesi dall’adozione di tale applicazione, infatti, si dovrebbe procedere con una migrazione verso un altro programma, che potrebbe essere proprio Teams, già utilizzato per le video udienze nelle giurisdizioni penali, civile e amministrativa.
Come si svolge una video udienza
Come anticipato, le video udienze tributarie si svolgono utilizzando il programma Skype for Business. I collegamenti sono effettuati tramite dispositivi che utilizzano infrastrutture e spazi di memoria collocati all’interno del Sistema informativo della fiscalità (Fis) del ministero dell’Economia.
La discussione vera e propria deve avvenire con modalità atte a garantire la contestuale, effettiva e reciproca visibilità delle persone collegate e la possibilità di ascoltare quanto viene detto, assicurando così la partecipazione e il diritto al contraddittorio.
Il presidente della Commissione deve comunicare alle parti lo svolgimento dell’udienza a distanza attraverso posta elettronica certificata. Prima dell’udienza, la segreteria della Commissioni tributaria invierà, a mezzo posta elettronica ordinaria, il link di accesso per il collegamento da remoto per la partecipazione delle parti.
In caso di mancato funzionamento del collegamento, il presidente della Commissione sospende l’udienza e, nel caso di impossibilità del ripristino del collegamento, predispone il rinvio della stessa, dandone comunicazione alle parti attraverso posta elettronica certificata.
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