Tra le prime decisioni che il nuovo governo Draghi si troverà a prendere c’è quella relativa alle cartelle e scadenza della pace fiscale. I tempi per la decisione sono piuttosto stretti, considerando le prossime scadenze: il 28 febbraio 2021 è infatti il termine ultimo per la sospensione delle attività di riscossione, mentre il 1 marzo 2021 cade la scadenza per pagare le rate relative al 2020 per rottamazione e saldo e stralcio delle cartelle, con decadenza della definizione agevolata in caso di versamento tardivo.
Allo stato attuale, sembra inverosimile che il nuovo ministro dell’Economia, Daniele Franco, possa optare per la ripartenza delle attività di notifica (ad oggi sono circa 50 milioni gli atti congelati) e la ripresa dei pagamenti sospesi. Molto più probabile una nuova proroga delle scadenze, sia per quanto riguarda la notifica degli atti attualmente in capo ad Agenzia delle Entrate Riscossione, che per il pagamento delle somme congelate dall’8 marzo 2020.
Prima della crisi di governo, l’ipotesi più accreditata era quella di collegare il termine della moratoria fiscale con quello dello stato di emergenza Covid-19, previsto per il 30 aprile 2021. Dal nuovo Governo si aspettano quindi decisioni in breve tempo, considerando sua la richiesta di blocco delle cartelle esattoriali presentata dal Centro Destra durante le consultazioni che la prossima scadenza delle rate della pace fiscali, con il conseguente “macigno fiscale” a pesare sui contribuenti.
Parliamo infatti di ben sette rate in scadenza da pagare, in assenza di proroghe, entro il 1 marzo 2021, alle quali si aggiunge la prima rata del nuovo anno relativa alla rottamazione ter delle cartelle esattoriali.
Appare quindi inverosimile, nel pieno della crisi economica da Covid-19, far ripartire l’attività ordinaria dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, così come le scadenze della definizione agevolata. L’ex governo Conte aveva ipotizzato una rateizzazione più blanda delle somme dovute dai beneficiari della rottamazione e del saldo e stralcio delle cartelle, ipotesi che sarebbe confluita nel decreto Ristori 5.
Il Governo Draghi deve trovare necessariamente una soluzione in tempi brevi: dossier fiscali e ristori saranno il primo banco di prova del nuovo esecutivo.
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