Nell’ultimo triennio il numero di Stp, il modello di società introdotto dalla legge 183/2011, è quasi raddoppiato. È quando emerge dalla rilevazione Infocamere-Unioncamere basata sui dati del Registro imprese. Dati che dimostrano, per l’appunto, la crescita dell’interesse dei professionisti per le aggregazioni, e in particolare per quanto riguarda le attività legali e contabili, ma anche in ambito sanitario e degli studi di architettura e ingegneria. In termini di natura giuridica, invece, prevalgono le Srl.
Secondo le informazioni, aggiornate a marzo 2021, le Stp sono passate da maggio 2018 a marzo 2021 da 2.322 a 4.129, con un aumento di quasi l’80%, che sale ad oltre il 140% se consideriamo le 1.718 Stp registrate a luglio 2017. Ovviamente si tratta di numeri ancora ridotti, in rapporto al numero di professionisti attivi in Italia nelle diverse categorie, ossia oltre 1,4 milioni, stando all’ultimo rapporto di Confprofessioni. Tuttavia, questi numeri confermano il trend, sempre più evidente negli ultimi anni nelle diverse categorie individuate dai codici Ateco, di una preferenza verso forme di aggregazione, nonostante i diversi vincoli fiscali e e societari che ancora pesano sulle Stp.
Stp sempre più amate da commercialisti e avvocati
A far crescere più nettamente il numero di Stp sono le società che operano nei settori legali e della contabilità e quindi costituite perlopiù da avvocati e commercialisti. Da sole queste società, con le 2.054 unità attive nel 2021 (in crescita del 74,5% rispetto al 2018), rappresentano la metà delle società tra professionisti attive in Italia.
Seguono, con un ampio distacco, le 835 Stp (in crescita del 121% rispetto al 2018) nel campo dell’assistenza sanitaria, che includono anche le attività degli studi medici, sia di medicina generale che specialistica, e odontoiatrici.
Ancora più indietro, ma sempre in crescita le 537 unità (+80,2% rispetto al 2018) rappresentate dalle forme associate per attività connesse agli studi di architettura e ingegneria. Infine, sono 120 le Stp riconducibili ad “altre attività professionali scientifiche e tecniche”, tra le quali rientrano le prestazione di categorie quali gli agronomi, gli agrotecnici, i periti industriali e gli interpreti. Sono invece a quota 119 le società nel campo delle “attività dei servizi di informazione e altri servizi informativi”. Queste cinque categorie, insieme alle 235 “imprese non classificate” rappresentano quasi il 95% del totale delle Stp.
“I numeri sono ancora limitati, ma i professionisti sembrano sempre più interessati alle forme di aggregazione”, commenta Pierluigi Sodini, responsabile Registro imprese di Unioncamere, osservando come “i dati segnalino che anche i professionisti preferiscano affidarsi alla forma giuridica più diffusa fra le società di capitale: quella della Srl è certamente la forma societaria più agile e consente la separazione fra capitale investito dai soci e patrimonio personale”.
Il capitale delle Stp
Secondo i dati elaborati da Infocamere, sono 3.051 le Stp che come natura giuridica hanno scelto la società a responsabilità limitata: un numero che è triplicato rispetto al 2017, raggiungendo il 74% di tutte le aggregazioni. A molta distanza troviamo le Sas (369), le società in nome collettivo (277) e la forma della società di avvocati (167).
Per quanto riguarda invece il capitale sociale conferito dai soci, circa la metà delle società rilevate (il 50,4%, rispetto al 44,8% del 2018) dispone di somme versate pari a circa 10mila euro, mentre nel 27,4% dei casi il valore scende al di sotto di questa soglia. Il 18,5% delle Stp può invece contare su un patrimonio tra i 10mila e i 50mila euro, mentre solo il 3,8% delle aggregazioni può contare su un capitale superiore a 50mila euro.
Se invece guardiamo alla distribuzione territoriale delle Stp, la maggioranza delle società, ossia circa il 55%, si trova nel Nord Italia, mentre il resto è equamente distribuito tra il centro, il sud e le isole.
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