Con la campagna vaccinale che progredisce sempre di più, e il conseguente allentamento delle restrizioni contro il Covid-19, si inizia ad intravedere all’orizzonte una graduale ripresa delle attività economiche.
Molti settori sono stati colpiti pesantemente dalla pandemia prolungata: secondo un’analisi condotta da Cerved, nel corso del 2021 la base di occupati delle aziende sul mercato potrebbe ridursi, a causa del Covid, di 633 unità, con un calo stimato del 6,2% rispetto ai livelli pre pandemia. Nel rapporto si stima che, tra i macro comparti, a risentire di più in termini di occupazione sarà il settore delle costruzioni, che nel corso del 2o21 potrebbe ridurre del 14,5% il numero degli addetti (ossia 128 mila unità in meno rispetto al 2019.
Al contrario, le stime sull’agricoltura prevedono impatti marginali, con una previsione di un calo dell’1,6% degli occupati. Infine, complessivamente, per effetto del lockdown, sono a rischio 327 mila posti di lavoro nell’industria, ossia il 12,4% degli addetti del 2019.
Secondo le stime di Confcommercio, invece, nel 2020 sono scomparsa quasi 400 mila imprese, di cui l’80% per effetto del Covid, con un crollo dei consumi del 10,8%.
È quindi arrivato il momento di analizzare quali sono le prospettive post pandemia per i professionisti dell’area economica, innanzitutto commercialisti e consulenti del lavoro, le cui sorti sono legate strettamente a quelle del mondo delle imprese e del lavoro. Il lockdown e le chiusure hanno portato molte riflessioni sui limiti organizzativi e la mancanza di risorse che caratterizza questo settore, che dovrà necessariamente evolversi puntando ad una crescita dimensionale degli studi e l’esternalizzazione di alcune attività di base.
Le prospettive per commercialisti e consulenti del lavoro
La chiusura di centinaia di imprese e la perdita di un numero importante di posti di lavoro si tradurrà in una perdita di clienti per commercialisti e consulenti del lavoro, per quanto riguarda in particolare i servizi di base di assistenza contabile e fiscale e l’elaborazione di cedolini.
Se la riduzione delle attività legate ai servizi di base potrebbe portare ad una riduzione del fatturato, cresceranno di pari passo altre tipologie di consulenze, legate alle molte insolvenze avvenute durante il lockdown e alle operazioni di ristrutturazione aziendale che hanno impatti sugli organici.
In questo scenario, è essenziale che commercialisti e consulenti del lavoro adeguino le loro strategie di mercato e avviino una revisione della propria offerta di servizi. In primo luogo, è indispensabile puntare ad una crescita dimensionale, avvalendosi di modelli di collaborazione fondati sul networking professionale, così da fornire servizi evoluti mantenendo al contempo un’autonomia operativa e un’organizzazione leggera. Importante anche l’accorpamento delle strutture in entità dimensioni maggiori, in grado di offrire soluzioni ad alto valore aggiunto grazie alle diverse specializzazioni dei partner.
Grazie ad accordi e aggregazioni tra professionisti con diverse specializzazioni, quindi, commercialisti e consulenti del lavoro potranno aprirsi a nuovi spazi di mercato e superare l’organizzazione monocellulare che ancora li caratterizza. Con questi nuovi modelli organizzativi sarà possibile offrire servizi migliori ai propri clienti e a costi inferiori, anche grazie all’utilizzo di nuove tecnologie come il cloud computing, i software condivisi e così via.
Un esempio di software gestionale condiviso che utilizza la tecnologia cloud è iContenzioso, pensato appositamente per i professionisti che si occupano del contenzioso tributario. Grazie al cloud è possibile archiviare pratiche e documenti per averli sempre a disposizione, ovunque ci si trovi e da qualsiasi device; inoltre, molte attività, come la creazione della Nota di Iscrizione a Ruolo, possono essere automatizzate, in modo che il professionista possa dedicarsi ad attività ad alto valore aggiunto.
Infine, tornando alle attività di base, i professionisti dell’area economica potranno operare in outsourcing: la gestione della contabilità e la redazione di bilanci, attività tipiche dei commercialisti, così come l’elaborazione dei cedolini paga, attività propria dei consulenti del lavoro, sono attività che già oggi possono essere altamente automatizzate che, nel futuro prossimo, potranno essere svolte completamente da software e macchine.