Come è noto, il Senato ha approvato in prima lettura il decreto Sostegno-ter, per il quale si attende solo il benestare definitivo della Camera entro fine mese: in questo modo 532mila contribuenti decaduti dalle precedenti sanatorie delle cartelle esattoriali, ossia la Rottamazione ter e il Saldo e Stralcio, per avere saltato le rate inizialmente dovute tra il 2020 e il 2021, potranno nuovamente accedere ai benefici della pace fiscale.
A distanza di poco più di due settimane della legge di conversione del decreto Milleproroghe, che ha permesso di richiedere la dilazione dei debiti iscritti a ruolo per chi era già decaduto da questa opportunità prima del periodo di sospensione Covid-19, il calendario della riscossione viene quindi completamente rimodulato.
Pagamento cartelle esattoriali: le nuove date
Sia per la rottamazione ter che per il saldo e stralcio, le scadenze per il pagamento degli arretrati sono state suddivise su tre date:
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- entro il 2 maggio (perché il 30 aprile è sabato e il 1 maggio è festivo) vanno pagate le rate 2020;
- entro il 1° agosto (il 31 luglio è domenica) devono essere saldate nle rate inizialmente dovute nel 2021;
- entro il 30 novembre tutte le rate del 2022.
I contribuenti potranno avvalersi, in tutte e tre le scadenze previste, della regola dei cinque giorni di tolleranza successivi alla scadenza per saldare quanto dovuto. In caso di mancato pagamento entro i termini previsti si decadrà dall’agevolazione e non saà possibile richiedere nessun tipo di rateazione: sarà quindi necessario pagare tutto il debito residuo, a cui poi si torneranno a sommare anche sanzioni e interessi.
I debiti dei contribuenti riammessi con gli emendamenti al al decreto Sostegni-ter valgono in tutto 2,45 miliardi di euro, per una media di 4.605 euro. In tale cifra rientrano non solo i debiti con le Entrate, ma anche con l’Inps e diverse multe stradali.
Riscossione tra emergenza e una nuova normalità
La riammissione dei contribuenti decaduti è giustificata dalla situazione di emergenza, tanto che attualmente nell’agenda politica non sembra esserci spazio per il ritorno ad una riscossione ordinaria, che non preveda quindi agevolazioni per chi paga in ritardo. Non bisogna quindi stupirsi se da più parti sia arrivata l’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle, anche se la situazione normativa appare piuttosto complessa e potrebbe richiedere ulteriori correttivi già in corsa.
Gia dallo scorso 1 gennaio, infatti, sono di nuovo in vigore le regole ordinarie per le dilazioni, che prevedono la possibilità di richiedere la rateizzazione in 72 rate senza dover provare lo stato di difficoltà economica solo fino a 60mila euro di debito (e non più 100mila) e la decadenza dalla dilazione se si saltano cinque rate (e non più dieci). Il problema delle rateizzazioni per ora non è ancora emerso, perché tutti i contribuenti hanno avuto 180 giorni di tempo per pagare, ma questo termine dilatato varrà solo fino al 31 marzo: per le cartelle consegnate dal 1 aprile, salvo proroghe, il temine di pagamento sarà di nuovo di 6o giorni.
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