La Fondazione Nazionale Commercialisti ha pubblicato il rapporto 2022 relativo all’Albo Dottori Commercialisti ed Esperti contabili, che offre una fotografia della professione e della sua evoluzione, non solo per quanto riguarda il numero di iscritti, ma anche la loro distribuzione lungo la nostra penisola e il tema dei redditi.
Gli iscritti all’Albo Dottori Commercialisti ed Esperti contabili
Nel corso del 2021 il numero di professionisti iscritti all’albo è aumentato dello 0,8%, superando la soglia delle 120 mila unità. Anche gli iscritti del Registro dei praticanti sono aumentanti, registrando un +7,9% e raggiungendo le 14 mila unità.
Durante i due anni della pandemia si registra quindi una discontinuità rispetto al progressivo rallentamento della crescita degli scritti che era in corso da diversi anni. Spiccano in particolare gli iscritti alla sezione B, dedicata agli esperti contabili, che crescono del 14,1% con una dinamica di crescita è abbastanza omogenea tra le diverse aree del paese, con un trend leggermente più forte nel Centro (+14,9%) rispetto al Nord (+13,2%). Gli iscritti della sezione A, dedicata ai commercialisti, crescono dello 0,6%.
Particolarmente positiva anche la crescita delle Società tra professionisti (+19,4%) che a fine 2021 hanno raggiunto le 1.414 unità.
Per quanto riguarda appunto la distribuzione territoriale, si conferma ancora una volta l’asimmetria tra Nord e Sud, che caratterizza l’andamento delle iscrizioni all’Albo già da diversi anni. Infatti, se al Nord gli iscritti registrano un +1,2%, al Sud la crescita è pari ad esattamente la metà ed arriva ad appena lo 0,6%. In particolare, nelle Isole la crescita è stata dello 0,6, mentre nelle regioni dell’Italia meridionale si registra una crescita leggermente più alta (+0,7%). L’unica regione a registrare un calo degli iscritti è la Puglia, che chiude il 2021 con una perdita di 6 iscritti, pari allo -0,1%.
Per quanto riguarda il Nord, a guidare la crescita è la Lombardia con il +1,5% che si traduce in +311 iscritti pari al 32% della crescita totale, mentre la Valle d’Aosta registra un calo di 6 iscritti (-3,4%) e il l Friuli-Venezia Giulia, con un calo di 8 iscritti, fa registrare il -0,4%.
La dinamica degli iscritti all’Albo
Se nel 2021 la crescita registrata è stata pari allo 0,8%, se guardiamo alla crescita dal 2007 ad oggi il numero di professionisti iscritti all’Albo registra un +11,9%, pari ad un aumento di 12.770 unità. Nello stesso periodo, la popolazione italiana è diminuita dello 0,03%, mentre l’occupazione è diminuita dell’1,5% e le imprese attive sono diminuite dello 0,5%: questo ha determinato una diminuzione significativa del rapporto tra popolazione ed iscritti: nell’arco di 13 anni, gli abitanti per iscritto passano da 549 a 490 e le imprese da 48 a 43.
Il divario tra Sud e Nord si registra anche in termini di abitanti per iscritto, da sempre un indicatore del livello di concentrazione dei Commercialisti sul territorio utilizzato come indice di raffronto teorico tra domanda e offerta. Storicamente, questo rapporto è più basso negli ordini del Sud Italia, che però presentano un grado di concentrazione di commercialisti più elevato; tuttavia, dal momento che tra Nord e Sud esiste un divario economico significativo (a sfavore del Sud Italia), il rapporto abitanti/iscritti nelle regioni meridionali non può che essere interpretato come indice di un eccesso di offerta, che pesa sul mercato dei servizi professionali del Sud del paese.
Dopo la leggera riduzione del 2020, nel 2021 di registra un nuovo incremento del divario: a fronte di 490 abitanti per ogni iscritto a livello nazionale, si registrano 542 abitanti al Nord con una punta di 570 nel Nord-est e 452 al Sud con, addirittura, 402 nelle regioni meridionali.
La composizione anagrafica degli iscritti
Nel 2021 le donne iscritte all’Albo sono pari al 34,7% mentre i giovani (iscritti fino a 40 anni) sono pari al 17,6%.
La presenza femminile negli Ordini territoriali è molto variabile e tende ad essere più elevata negli Ordini del Nord. In particolare, nel Nord-est la percentuale di donne iscritte è pari al 38,1%, con un picco del42,6% in Emilia-Romagna. Nel Sud la quota di donne scende al 31,5% con il valore più basso in Campania (27,4%).
Anche i giovani al Nord registrano presenze più elevate (20,6%) rispetto al Sud (14,9%).
Da sottolineare come la quota di donne continui ad aumentare di anno in anno (+1,4%), mentre quella dei giovani tenda a diminuire progressivamente.
Anche il Registro dei praticanti, dopo anni di continuo calo, registra nel 2021 un incremento di iscritti del 7,9%, pari a 1.016 unità. La crescita in questo caso è particolarmente elevata nel Sud con il +11,6%, molto più bassa invece nel Centro con il +2,4%. Anche nelle Isole, gli iscritti al Registro dei praticanti sono aumentati (+4,1%). La crescita al Nord è stata dell’8,2% con un ritmo più sostenuto nel Nordovest (+10,6%) rispetto al Nordest (+3,6%).
I redditi dei professionisti
Nonostante la pandemia, nel 2021 il reddito professionale netto medio dei Commercialisti è aumentato, con un tasso di crescita annuale pari all’1,1% e un valore medio pari a 62.282 euro. Il reddito mediano, ossia il reddito che divide in due la distribuzione dei redditi individuali, è invece cresciuto dello 0,8%, arrivando a 35.530. euro pari al 57% di quello medio e quindi in diminuzione rispetto al 57,6% di un anno prima.
La Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti elabora il dato del reddito professionale medio dei Commercialisti come media ponderata dei redditi dichiarati alle due casse di previdenza della categoria, la Cassa dottori Commercialisti (CNPADC) e la Cassa ragionieri (CNPR). Nel 2021, il reddito medio professionale degli iscritti alla CNPADC è pari a 68.000 euro (+1% sul 2020), mentre il reddito medio professionale degli iscritti alla CNPR è pari a 48.929 euro (+0,3% sul 2020).
Anche in questo caso si registrano differenze regionali: al Sud il reddito medio cresce del 2,1%, mentre a Nord cala dello 0,1%; anche il reddito mediano, contrariamente a quanto accadeva nel 2020, cresce al Sud (+1,8%) e cala, invece, al Nord (-0,6%).
Andando più indietro nel tempo e confrontando i dati attuali con quelli del 2008, il reddito professionale netto medio è aumentato del 4,1%, ma se consideriamo lo stesso espresso in termini reali, e quindi al netto dell’inflazione, è diminuito del 10,4%. È quindi importante ricordare che, nello stesso periodo, il Pil nominale è aumentato del 2,6%, mentre il Pil reale è diminuito del 12,4%.
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