L’assegno unico per i figli, in quando provvedimento universale, è riconosciuto anche a chi non ha una dichiarazione Isee in corso di validità, anche se nell’importo minimo previsto.
Ne consegue che per presentare la domanda non è obbligatorio calcolare l’Isee 2022 del nucleo familiare, come ricorda anche la circolare Inps n. 23 del 9 febbraio scorso, ma è comunque possibile richiedere il calcolo in un secondo momento, anche dopo la richiesta per l’assegno unico. Il vantaggio è, in questo caso, di iniziare a ricevere da subito l’assegno, nella quota minima prevista, e poi a conguaglio ricevere gli eventuali importi aggiuntivi, in base al valore dell’Isee presentato in un secondo momento.
Tuttavia, è bene evidenziare come non presentare l’Isee contestualmente alla richiesta di assegno unico potrebbe comportare qualche rischio, legato principalmente alle tempistiche dei conguagli. Vediamo i dettagli.
Le tempistiche per la presentazione delle domande
Per poter ricevere l’assegno unico a partire da marzo è necessario presentare domanda entro fine febbraio; contestualmente, saranno eliminati dalla busta paga gli importi relativi alle detrazioni fiscali per i figli a carico e gli assegni al nucleo familiare. Solo presentando tempestivamente la domanda quindi non si rischia di perdere, anche solo temporaneamente, liquidità.
In questo contesto, la raccolta della documentazione necessaria per presentare la Dichiarazione sostitutiva unica da inviare per il calcolo dell’Isee, sia tramite procedure precompilata online che presso un patronato, potrebbe richiedere troppo reddito: sono infatti necessarie informazioni reddituali e patrimoniali e recuperarle potrebbe non essere immediato, specie nel caso di famiglie che devono elaborare l’Isee per la prima volta.
L’Isee finora infatti era necessario per determinane prestazioni sociali, mentre l’introduzione dell’assegno unico lo ha reso necessario potenzialmente per tutte le famiglie con figli per i professionisti e lavoratori autonomi che finora non beneficiavano dei vecchi assegni al nucleo familiare. Inoltre, nella Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) devono essere inseriti tutti i dati patrimoniali, sia mobiliari che immobiliari, di tutti i membri del nucleo familiare, e non tutti sono abituati, o disponibili, a dichiararli.
La maggior parte delle domande presentate finora all’Inps sono arrivate online tramite istanza fai da te e questo da presupporre, ma senza stupore, che la maggioranza siano state inviate da famiglie anche senza la presentazione dell’Isee.
Assegno unico senza presentare l’Isee: la quota minima
I nuclei familiari che presentano domanda per l’assegno unico senza Isee riceveranno l‘importo minimo previsto dalla misura, pari a 50 euro a figlio, ossia lo stesso importo previsto per chi ha un Isee superiore a 40mila euro. In realtà, molte famiglie potrebbero ricevere importi maggiori; infatti, se il calcolo dell’Isee da una parte tiene conto, per la prima volta, degli aspetti patrimoniali, dall’altro consente di abbattere gli importi strettamente reddituali grazie ad una scala di equivalenza che considera il numero dei componenti del nucleo familiare e le eventuali deduzioni connesse a mutuo e affitto.
Anche se si è presentata la domanda per l’assegno unico senza Isee, è comunque possibile elaborare quest’ultimo entro fine febbraio senza troppe conseguenze. Non è quindi necessario allegare l’Isee alla domanda, perché sarà l’Inps a leggere i dati disponibili nelle banche dati, utilizzando il codice fiscale del minore per il quale si richiede il beneficio.
Se poi l‘Isee 2022 viene elaborato per tempo, già da marzo gli importi spettanti saranno calcolati in forma piena. L’importo spettante, quindi, è determinato dall’Isee presente al momento nei sistemi.
Isee presentato in ritardo: gli importi spettanti si riceveranno a conguaglio
L’Inps ha chiarito nella circolare n.23 del 9 febbraio scorso che l’importo mensile spettante per l’assegno unico, determinato in base all’Isee presente al momento della domanda, resta fisso per tutte le rate, ossia per tutte le 12 mensilità fino febbraio dell’anno seguente. L’eventuale conguaglio sarà “effettuato generalmente nelle mensilità di gennaio e febbraio di ogni anno successivo” e quindi, solo in quel momento, si prenderà in considerazione l’Isee in corso di validità al 31 dicembre dell’anno precedente.
Esistono inoltre due diverse modalità di conguaglio, a seconda che l’Isee sia stato calcolato entro giugno oppure successivamente. Ecco un esempio:
- se l’Isee non viene calcolato entro la fine di febbraio, ma comunque entro la fine di giugno, gli importi erogati da marzo per l’assegno unico saranno quelli minimi e l’eventuale conguaglio scatterà a gennaio 2023; gli importi aggiuntivi spettanti (o quelli da restituire) in base all’Isee elaborato entro giugno saranno ricalcolati e riconosciuti a partire dal mese di marzo;
- se l’Isee viene presentato dopo il 30 giugno, il ricalcolo dell’assegno unico scatterà solo dal mese della mensilità in cui è stato presentato l’indicatore.
In ogni caso, è obbligatorio comunicare durante il corso dell’anno le eventuali variazioni del nucleo familiare, aggiornando la Dichiarazione sostitutiva unica ai fine Isee. Anche in questo caso, l’erogazione o la restituzione degli importi eventualmente ricalcolati sulla base dell’aggiornamento dell’Isee potrebbe slittare all’inizio dell’anno successivo.
Cosa succede in caso di Isee difforme
Nella circolare si leggere che la domanda “iene istruita e liquidata sulla base dell’Isee in corso di validità, ancorché recante omissioni o difformità”. In tal modo l’Inps, che effettua controlli durante l’arco dell’anno, informa che le erogazioni inizieranno comunque anche se l’Isee presenta difformità sui dati reddituali o patrimoniali. Entro fine anno il contribuente, avvisato dall’Inps, dovrà regolarizzare la Dsu. Nel caso questo non avvenisse, si procederà con il recupero dell’eventuale importo eccedente la quota minima.
Per sanare la difformità l’Inps potrà in ogni caso richiedere al cittadino idonea documentazione oppure sarà possibile presentare una nuova pratica Isee, priva di difformità, oppure richiedere al patronato la rettifica con effetto retroattivo, se l’ente ha commesso un errore materiale nell’invio. Eventuali difformità rilevanti potrebbero essere segnalate dall’Inps alla guardia di Finanza.
Maggiorazione compensativa e Isee in ritardo
Infine, nella domanda per l’assegno unico è necessario dichiarare di essere consapevoli che, per avere diritto alla maggiorazione compensativa ex articolo 5 del Dlgs 230/2021, è necessario avere un Isee sotto i sotto i 25mila euro e aver percepito gli assegni al nucleo familiare nell’anno precedente.
Ovviamente chi presenta domanda senza essere in possesso dell’Isee non può essere a conoscenza di tali informazioni e quindi non potrà selezionare l’opzione relativa alla maggiorazione compensativa. Tuttavia non è ancora chiaro cosa succeda in caso l’Isee, presentato successivamente, dovesse risultare idoneo.
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