Per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, il governo ha stanziato un bonus da 600 euro per lavoratori autonomi e professionisti: il primo giorno utile per inviare le richieste, tuttavia, la piattaforma INPS è andata completamente in tilt e alcuni utenti hanno addirittura segnalato di aver avuto accesso ai dati di altri iscritti. Questo ultimo fatto ha preoccupato notevolmente il Garante delle Privacy, che ha ipotizzato gravi violazioni a causa del data breach, tanto che la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per approfondire quanto accaduto. L’ipotesi di Conte e Tridico è che il sito sia stato soggetto a violenti attacchi hacker, ma non è da escludere un collasso della piattaforma a causa dei milioni di utenti che cercavano di inviare le richieste di bonus per l’emergenza Coronavirus.
Nel pomeriggio il sito è stato oscurato e, nel messaggio che annunciava la sospensione dei servizi, l’INPS assicurava che tutti gli aventi diritto avrebbero potuto presentare la domanda in tempo utile per ottenere le prestazioni. La chiusura del sito ha preoccupato notevolmente i cittadini, specie perché un simile afflusso di richieste era ampiamente prevedibili dall’ente, che in diversi contesti, come quello dell’avvio della fatturazione elettronica, aveva dato prova di poter gestire con efficienza anche grandi flussi di informazioni digitali tramite il Sistema di Interscambio. La paralisi dei sistemi INPS, quindi, avrebbe potuto essere evitata, probabilmente con una maggiore preparazione da parte dello Stato. Inoltre, già doversi giorni fa, i commercialisti, prevedendo i possibili rischi di funzionamento del sistema, avevano chiesto di essere abilitati all’invio massivo delle richieste per l’indennità, rendendosi così disponibili ad affiancare patronati e beneficiari nelle operazioni di richiesta di invio per i bonus legati al Coronavirus.