I dati riguardanti il Contenzioso Tributario registrano dati positivi in tutti i gradi di giudizio. Un trend che viene smentito solo in Cassazione, sempre più sommersa dai ricorsi.
Nel 2017 la Cassazione infatti ha ricevuto 11.214 rimborsi inerenti a liti tributarie: un numero sostanzialmente invariato rispetto ai 11.391 ricorsi del 2016 e ai 11.417 del 2015. Una mole probabilmente insostenibile per i giudici di legittimità, che nonostante questo fanno registrare una crescente produttività, con un incremento del 7% pari a 8.996 decisioni prese.
Negli altri gradi di giudizio, invece, i numeri legati al contenzioso tributario: nel 2017 si registra un calo del 9% rispetto al 2016 e del 18% rispetto al 2015.
In discesa anche il valore dei contenziosi tributari, che si attestano a 5 miliardi di euro, contro i 9 miliardi del 2016.
Questi i dati emersi dalla Relazione annuale sul Contenzioso Tributario elaborata dal Dipartimento delle Finanze. Analizzando nel dettaglio la Relazione, scopriamo che il numero maggiore di ricorsi in Cassazione avviene nel Lazio, seguito da Campania, Puglia, Lombardia e Sicilia. Queste regioni da sole rappresentano due terzi dei ricorsi in ambito tributario presentati in Cassazione. In termini puramente economici, però, è la Lombardia a conquistare il primo posto, con il 25% dell’intero valore, pari a 1,3 miliardi di euro.
La maggior parte dei ricorsi coinvolge l’Agenzia delle Entrate (81%), per un controvalore economico di oltre 4,6 miliardi, ossia il 91% del totale.
Per quanto riguarda gli esiti dei ricorsi, invece, la Relazione della Direzione giustizia tributaria riporta che il 53% dei ricorsi è stato accolto, mentre il 34% è stato respinto. Inoltre, il 9% dei fascicoli ricevuti è stato dichiarato inammissibile, mentre il 4% dei contenziosi tributari è stato chiuso per estinzione del processo.
Questi numeri subiscono importanti variazioni se li rapportiamo alla parte promotrice del ricorso.
Quando a ricorrere in Cassazione sono i cittadini o le imprese, il numero dei ricorsi accettati è pari al:
- 38,7% contro Equitalia;
- 36,6% contro l’Agenzia delle Entrate;
- 29,4% contro gli enti locali.
Se invece a ricorrere sono gli uffici, si registrano i seguenti dati:
- l’Agenzia delle Entrate vede il 68,1% dei gravami accolto;
- gli enti territoriali il 62,9%
- Equitalia il 56,3%.
Possiamo quindi affermare che, in linea generale, in Cassazione il Fisco vince due volte su tre.
Se analizziamo le liti tributarie pendenti, al 31 dicembre 2017 risultavano in giacenza ben 51.954 fascicoli tributari, ossia la metà di tutte le cause civili in attesa di verdetto (pari a 107 mila).
La regione con più pendenze fiscali è la Lombardia (17,7%), seguita dal Lazio (14,6%) e dalla Campania (14,1%).
Rispetto al 2016 si registra una aumento del 4,6% di pendenze: si tratta di un problema che Giovanni Mammone, primo presidente della Cassazione, ha definito davvero abnorme, soprattutto in una Corte “il cui intervento dovrebbe essere caratterizzato dall’importanza delle questioni trattate e dal rigore nomofilattico delle sue pronunce e non dall’esigenza di esaurire gli imponenti numeri del contenzioso di carattere routinario“.
Per tentare di fornire una soluzione a questa emergenza, la legge n. 205/2017 ha previsto la nomina di 50 magistrati ausiliari, a titolo onorario, presso la sezione tributaria della Suprema Corte, ma il processo di selezione è ancora in corso.