La fatturazione elettronica è già una realtà per quanto riguarda i rapporti con la Pubblica Amministrazione, ma dal prossimo primo gennaio 2019 ci sarà una svolta decisiva.
A partire dal nuovo anno, infatti, secondo quanto previsto dall’ultima manovra finanziaria, entrerà in vigore la fatturazione elettronica tra privati. Nel frattempo, tuttavia, sono state introdotte alcune novità, in particolare con il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019. Le novità riguardano principalmente le sanzioni, che in tema di ritardi nell’applicazione della nuova normativa non saranno applicate per tutto il primo semestre del 2019.
Ma prima di occuparci delle novità, facciamo un passo indietro e vediamo cos’è la fatturazione elettronica e quali sono gli obblighi introdotti dalla normativa.
Fatturazione elettronica: cos’è e cosa dice la normativa
La fattura elettronica non è altro che una fattura in formato digitale, introdotta per la prima volta nel 2004 per i rapporti con la Pubblica Amministrazione. Con il recepimento della Direttiva 2014/55/UE del 16 aprile 2014, infatti, si istituisce l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti gli appalti pubblici. L’obiettivo della Direttiva può essere riassunto in due punti:
- Incrementare l’efficienza dei controlli finalizzati al contrasto dell’evasione e quindi generare risparmi e ottimizzare la gestione della spesa pubblica
- Dematerializzare i processi delle imprese, con una serie di vantaggi economici e aumento della competitività dell’intero sistema Paese.
La Direttiva introduce obblighi solo in capo alle pubbliche amministrazioni europee e rende obbligatoria la ricezione di fatture elettroniche solo se conformi allo standard e con una delle sintassi presenti nell’elenco del CEN.
L’Italia ha deciso di adottare un formato proprietario nazionale, la FatturaPA, così da ottenere in tempi rapidi un’adesione massiccia all’adempimento.
Dal 2017 il Sistema di Interscambio utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per le fatture elettroniche è stato messo a disposizione anche degli operatori economici privati, come imprese e professionisti, per poter trasmettere e ricevere fatture in modo facoltativo.
Come funziona la fatturazione elettronica tra privati
Con la legge 205/2017 l’obbligo di fatturazione elettronica è esteso anche ai privati: l’obbligo entrerà effettivamente in vigore il 1 gennaio 2019 e l’Agenzia delle Entrate, con la circolare del 30 aprile 2018, ha già pubblicato le regole tecniche.
La fattura elettronica è una normale fattura tra privati che sia emessa, ricevuta, firmata e conservata in un qualunque formato elettronico che possa garantirne l’autenticità, l’integrità e la leggibilità dal momento dell’emissione fino al termine del suo periodo di conservazione, pari a 10 anni.
Sono esclusi dell’obbligo di fatturazione elettronica solo le piccole partite Iva in regime dei minimi o con regime forfettario.
In realtà per alcune tipologie di contribuenti l’obbligo di emettere fattura elettronica è già scattato il 1 luglio 2018, mentre un’altra scadenza è stata fissata a settembre. Nel dettaglio:
- Dal 1 luglio 2018 la fatturazione elettronica è obbligatoria per le cessioni di benzina o gasolio per motori e per le prestazioni rese da subappaltatori nel quadro di un contratto di appalto pubblico
- Dal 1 settembre 2018 è obbligatorio emettere fattura elettronica nei confronti dei soggetti extra-UE per quanto riguarda le fatture in ambito tax-free shopping (art.4-bis de Decreto Legge 22 ottobre 2016, n.193) per cessioni di beni di importo superiore a 155 euro, IVA inclusa, risultanti da un’unica fattura presso uno stesso punto vendita. Tale misura ha l’obiettivo di stimolare il commercio internazionale, ad attirare i consumatori e a favorire il turismo, in quanto chi è residente al di fuori della Comunità Europea può, rispettando i requisiti previsti, chiedere il rimborso dell’IVA pagata sugli acquisti effettuati in Italia.
- Dal 1 gennaio 2019 l’emissione della fattura elettronica è obbligatoria per tutte le operazioni tra privati titolare di partita IVA, che siano persone fisiche o giuridiche, a condizione che le cessioni di beni e le prestazioni di servizi siano effettuate tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio italiano.
Ricordiamo che, in caso di inosservanza dell’obbligo di fatturazione elettronica, l’eventuale fattura cartacea è da considerarsi inesistente e il documento si ritiene non emesso.
Inoltre, in caso di inosservanza dell’obbligo si applicano le sanzioni previste dall’articolo 6 del Decreto Legislativo n.417/97, ossia una sanzione amministrativa compresa tra il 90% e il 180% dell’imposta relativa all’imponibile non correttamente documentato o registrato nel corso dell’esercizio. Tuttavia, se la violazione non incide sulla corretta liquidazione del tributo, la sanzione è compresa fra un minimo di 250 euro fino ad un massimo di 2.000 euro.
Fatturazione elettronica 2019: le novità
In molti speravano in una proroga, ma il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 23 ottobre 2018, ha definitivamente chiuso la porta a questa possibilità.
Tuttavia, come anticipato, il decreto fiscale ha previsto un periodo cuscinetto di sei mesi senza sanzioni, in modo da ridurre gli effetti negativi dovuti a possibili ritardi nell’adeguamento dei sistemi informatici.
Le novità sono riportate nell’articolo 10 del dl 119/2018: i comportamenti non sottoposti a sanzione dipendono dall’entità del ritardo e sono previste anche sanzioni ridotte.
Nel dettaglio, il contribuente che invia la fattura elettronica in ritardo, ma entro il termine di presentazione della liquidazione periodica IVA, non sarà sanzionato; se il ritardo supera il termine di liquidazione IVA de periodo successivo, la sanzione è ridotta dell’80%.