Processi tributari da remoto? Un’utopia in molte Commissioni tributarie, che presentano diverse carenze nelle infrastrutture informatiche, dalla mancanza di prese per la connessione internet nelle sale all’inesistenza di assistenza tecnica.

Un paradosso, oltre che un’utopia, se si pensa che la giurisdizione tributaria era nelle condizioni di poter avviare per prima il contraddittorio virtuale, grazie all’art.16, comma 4, del Dl 119/2018, che aveva previsto la possibilità di effettuare video-udienze. Invece quella tributaria è stata l’unica giurisdizione, rispetto a quella civile, amministrativa e penale, a non aver avviato i processi tributari da remoto nemmeno nel periodo di emergenza da Covid-19.

Un ritardo che non si comprende, se si considerano i numeri delle liti tributarie: nel 2019 presso le Commissioni di ogni ordine e grado erano in pendenti ricorsi per un totale di 40,7 miliardi di euro, pari ad oltre due punti percentuali di Pil.

Processi tributari da remoto a regime: la situazione delle Commissioni tributarie

La possibilità di utilizzare le video udienze vedrà presto la sua attuazione definitiva, ma le Commissioni tributarie saranno in grado di far fronte ai contenziosi in video conferenza? Si tratta della domanda che si è posto Il Sole 24 Ore, che ha contattato i presidenti di alcune Commissioni tributarie.

Il quadro che emerge non è confortante: sono poche le Ctr in grado di assolvere alla video-udienza, mentre le altre non hanno le dotazioni informatiche e alcune, pur avendo l’infrastruttura necessaria, non possono utilizzarla per mancanza di assistenza o connessione.

Un esempio è rappresentato dalla Commissione tributaria regionale del Veneto, dove si utilizzano per lo più mezzi personali per svolgere regolarmente video-udienze e le connessioni sono spesso carenti. In Lombardia la situazione non è migliore: in Ctr mancano gli strumenti informatici e i giudici non hanno una formazione adeguata. Il presidente della Commissione però ha spiegato come la spesa per dotare la Commissione della strumentazione appare inutile, in quando la l’articolo 135 del Dl Rilancio consente a giudici e segretari di collegarsi da remoto, dalla propria abitazione.

Al sud la situazione non migliora: in Puglia non ci sono né strumenti informatici, né connessione, né formazione per i giudici.

Di seguito il grafico de Il Sole24Ore che riporta le risposte dei presidenti delle Commissioni tributarie contattate:

LA RADIOGRAFIA DELLE CARENZE SUL TERRITORIO

La risposta del Mef

Il Mef risponde in modo del tutto opposto alle versione delle Commissioni, affermando che “in tutte le Cctt, provinciali e regionali, la connessione internet è da anni garantita attraverso l’erogazione del servizio fornita dal gestore a fronte del Contratto Quadro Consip” e specificando che “tutte le aule di udienza risultano dotate di punti rete per la connessione ad Internet, delle necessarie postazioni informatiche e di uno schermo Tv da 55 pollici“.

Insomma, due versioni diametralmente opposte.