La riforma del Fisco muove passi avanti con il nuovo testo della legge delega, rivisto dal governo sulla base di quanto concordato in Parlamento: la nuova versione passa ore all’esame della Finanze della Camera per il voto agli emendamenti finali ed è atteso per il 19 aprile al Senato. Dopo il via libera di Montecitorio, al netto di nuovi cambiamenti, il governo avrà 18 mesi a disposizione per mettere in atto al riforma attraverso i decreti legislativi.
Vediamo tutte le novità previste nella legge delega per la riforma del Fisco.
Flat tax
La flat tax non solo rimane, ma si espande. Le partita Iva che superano il tetto dei 65 mila euro annui, entro il quale è possibile pagare le tasse al 15%, potranno, nei due anni successivi, decidere se passare all’Irpef oppure rimanere in un regime agevolato transitorio.
Spetterà poi al governo decidere la nuova aliquota “forfettaria” e la nuova soglia di ricavi o compensi all’interno del decreto legislativo successivo, con l’obiettivo di evitare forme di elusione fiscale a cavallo dei 65 mila euro e prevedendo, ad esempio, un’aliquota al 20% per i ricavi fino a 80 mila euro.
Aliquote Irpef
La legge delega conferma l’intenzione di ridurre le aliquote medie effettive e marginali, anche per favorire il secondo percettore di reddito nelle famiglie, che solitamente è la donna. Il governo Draghi ha già introdotto modifiche in tal senso nell’ultima legge di bilancio, portando da cinque a quattro gli scaglioni Irpef. Un ulteriore intervento dovrebbe permettere di scendere ulteriormente, arrivando a tre scaglioni Irpef.
Le addizionali Irpef diventeranno poi delle sovraimposte, ma senza inficiare gli incassi assicurati agli enti locali. Inoltre saranno riordinate detrazioni e deduzioni: se dalla loro rimodulazione o eliminazione emergeranno risorse extra, queste dovrebbero essere destinate “ai contribuenti soggetti all’Irpef, con particolare riferimento a quelli con redditi medio-bassi”.
Riforma del Fisco: le tasse restano invariate
L’articolo 10 della legge delega introduce una clausola di invarianza sulle tasse, che recita: “all’attuazione delle deleghe non deve derivare un incremento della pressione tributaria rispetto a quella derivante dall’applicazione della legislazione vigente”.
Torna il cashback
Si torna a parlare di cashback, che però sarà erogato sulle detrazioni fiscali, che in modo graduale si trasformeranno in rimborsi effettuati in tempi brevi su “piattaforme telematiche diffuse”, come l’app Io, e non saranno più vincolati alle tempistiche della dichiarazione dei redditi.
Questo processo inizierà con le detrazioni di natura socio-sanitaria, in quanto le spese sanitarie sono già tutte tracciate, pagate con carte e collegate al codice fiscale.
Saldi e acconti
I lavoratori autonomi, potranno, in modo graduale, passare al pagamento mensile degli acconti e dei saldi, in modo da veder distribuito il carico fiscale in modo più equo nel tempo, anche grazie ad una possibile riduzione della ritenuta d’acconto, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
Legge delega e Irap
L’Irap, ossia l’imposta regionale sulle attività produttive, è stata già cancellata dalla scorsa legge di bilancio per le persone fisiche con partita Iva e ora sarà abolita in modo graduale anche per altre categorie. L’articolo 5 è stato modificato e specifica che nell’abolizione si darà priorità alle società di persone, agli studi associati e alle società tra professionisti, per poi proseguire con le società di capitali.
Il mancato gettito per le Regioni, nelle quali l’Irap finanza la sanità, dovrà essere colmato dallo Stato, specie per quelle Regioni che presentano “squilibri sanitari ovvero per quelle che sono sottoposte a piani di rientro” e che ad oggi applicano aliquote Irap superiori a quelle minime.
Iva, accise e Ires
L’obiettivo in questo caso è contrastare l’evasione e l’erosione fiscale: pertanto Iva e accise saranno razionalizzate e semplificate. In particolare, si prevede di adeguare le aliquote previste per l’Iva, in coerenza con l’European Green Deal, così da “tener conto dell’impatto ambientale dei diversi prodotti”, con lo scopo di “contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti”.
Evasione ed elusione fiscale
La legge delega conferma la volontà e l’impegno di ridurre l’elusione e l’evasione fiscale, anche utilizzando i dati che “affluiscono al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, il potenziamento dell’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale”.
Passi avanti anche sul fisco digitale
Nella legge delega è prevista anche la possibilità di estendere le possibilità di adempiere agli obblighi tributari in via telematica. In particolare, tra i principi della riforma fiscale rientra il rispetto rigoroso, da parte dell’amministrazione finanziaria, del divieto di richiedere al contribuente documenti di cui sono già in possesso altre pubbliche amministrazioni, oltre al “pieno utilizzo dei dati resi disponibili dalla fatturazione elettronica e dalla trasmissione telematica dei corrispettivi”.
Errori formali: previste sanzioni più leggere
Nella riforma del Fisco è previsto anche l’impegno per una razionalizzazione delle sanzioni amministrative, in modo che se ne possa garantire la gradualità e la proporzionalità rispetto alla gravità delle violazioni riscontrate, in particolare per quanto riguarda le violazioni formali o meramente formali.
Redditi da capitale e redditi da lavoro
A regime sarà realizzato un vero e proprio sistema duale, che prevede che i redditi da lavoro siano tassati in modo progressivo, mentre i redditi da capitale in modo proporzionale. In attesa di questo cambiamento, la via transitoria prevede due aliquote di tassazione proporzionale per i redditi che derivano “dall’impiego del capitale, anche nel mercato immobiliare”.
Modifica del catasto
Concludiamo con uno dei punti più dibattuti della riforma fiscale: nella legge delega l’articolo 6 è infine rimasto invariato, e prevede la modifica del sistema di rilevazione catastale degli immobili, in modo da agevolare il lavoro dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni sia per l’individuazione che il corretto classamento degli immobili, facendo emergere quelli “fantasma”, ossia quegli immobili non regolari e sconosciuti al Fisco.
Una norma successiva andrà ad indicare anche i principi e i criteri da utilizzare per integrare le informazioni presenti nel catasto fabbricati, che sarà reso disponibile da gennaio 2026. L’integrazione prevista dovrà attribuire all’immobile un valore patrimoniale e un rendita attualizzata sulla base dei valori di mercato, anche utilizzando meccanismi di adeguamento periodico. Tali informazioni, come esplicita il testo della legge delega, non saranno però utilizzate per aumentare le tasse.
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