Lo smart working è ormai approdato definitivamente negli studi professionali dei commercialisti italiani. Come tutti i professionisti, infatti, anche i commercialisti possono lavorare sempre di più in mobilità, senza vincoli di luogo e con una committenza non più solo locale: è l’inizio della nuova era digitale dello smart working negli studi professionali.
Una tendenza, questa, confermata anche da un’indagine realizzata dall’Osservatorio professionisti e innovazione digitale del Politecnico di Milano. La ricerca ha preso in considerazione un campione totale di 4.113 studi professionali dislocati sull’intero territorio nazionale, e rivela che:
- il 51% dei gli studi di commercialisti permette lo smart working attraverso il collegamento da remoto al gestionale dello studio (di questi, il 29% lo consente ai professionisti, il 22% anche ai dipendenti)
- il 24% degli studi non ha ancora attivato lo smart working, ma si sta attivando in tal senso
- il 24% sostiene di non essere interessato al lavoro in mobilità, nemmeno in futuro.
Le percentuali sono simili anche nelle altre professioni: il 49% degli avvocati consente lo smart working (di cui il 7% anche ai dipendenti), così come il 49% dei consulenti del lavoro (il 22% anche ai dipendenti), mentre la percentuale sale al 64% negli studi professionali, di cui il 31% estende il lavoro in mobilità anche ai dipendenti.
Smart working: le tecnologie più utilizzate
La rivoluzione dello smart working è resa possibile da tecnologie digitali come i software cloud, che permettono di avere a disposizione i propri documenti ed essere in contatto con lo studio ovunque si lavori. Ad esempio con iContenzioso, il software gestionale cloud dedicato ai professionisti del contenzioso tributario, è possibile avere sempre a portata di mano documenti, scadenze e obiettivi, grazie ad alert personalizzarti che avvisano in anticipo per evitare ritardi o dimenticanze.
Ovviamente, la sicurezza deve essere massima per garantire protezione ai documenti condivisi e archiviati in cloud: è quindi fondamentale dotarsi di misure di sicurezza informatica che proteggano il sistema da intrusioni e potenziali attacchi, per la sicurezza del commercialista e dei suoi clienti.
La comunicazione a distanza
In smart working è fondamentale rafforzare la comunicazione tra colleghi dello studio e clienti, dotandosi si strumenti dedicati. Ad esempio, piattaforme online cone Trello o Slack sono pensate proprio per facilitare la condivisione e lo scambio tra colleghi che lavorano da remoto e possono essere adottate semplicemente negli studi professionali. Anche iContenzioso permette di collaborare, grazie alla smart dashboard che consente di condividere progetti, assegnare compiti e monitorare i progressi dei collaboratori.
Infine, è fondamentale istituire dei momenti di valutazione e dialogo diretto, a cadenza regolare, nei quali confrontarsi sui risultati ottenuti e definire gli obiettivi, in modo da ottimizzare gli sforzi di tutti e l’autogestione del lavoro.
Lo smart working è produttivo?
Secondo i dati forniti dall’Osservatorio professionisti e innovazione digitale del Politecnico di Milano lo smart working accresce sia la produttività che i risultati. In particolare, i miglioramenti più importanti si hanno nella produttività (44%), il livello di autonomia (37%), l’efficacia del lavoro (33%) e la gestione delle urgenze (27%).
Inoltre, è importante sottolineare un calo dei costi per lo studio professionale, come quelli per l’affitto, le utenze e le attrezzature. Tali costi si riducono proporzionalmente all’intensità e alla frequenza con la quale i professionisti si servono dello smart working.