Si torna a parlare di crisi di sovrindebitamento, tema delicato sul quale il Legislatore era intervenuto già nel 2012, con una legge il cui scopo era consentire ai soggetti sovraindebitati di uscire dalla crisi in modo ordinato e concordato, evitando così di arrivare a drammi personali. La legge n.3/2012 avrebbe infatti dovuto portare alla cancellazione dei debiti, la cosiddetta esdebitazione, in modo da far ripartire la persona sovraindebitata da una situazione bonificata.
Da agosto 2020 entreranno invece in vigore le regole del Codice della crisi, ossia la nuova legge fallimentare, il cui obiettivo è snellire e rendere più efficaci le procedure da attuare in caso di sovraindebitamento.
Attualmente, secondo i dati diffusi dal Ministero della Giustizia, nel 2018 gli Organismi Composizione Liti (Occ) hanno gestito 4.4919 pratiche di sovraindebitamento. Di queste pratiche, al 71% è stata assegnata una procedura specifica:
- 1.797 piani del consumatore
- 849 accordi con creditori
- 849 liquidazioni del patrimonio.
- 574 procedure del consumatore definite nel 2018
- 354 procedure relative ad accordi con i creditori
- 310 procedure relative a liquidazioni del patrimonio.
Oltre a questi dati, ci sono quelli del Crif riportati da Il Sole 24 Ore, nei quali si ha un quadro del rapporto tra gli italiani e le rate.
La regione più indebitata, sia in termini di rata media mensile pro capite che di debito residuo medio è il Trentino Alto Adige, con un importo medio della rata di 430€ e un debito residuo medio di 43.289 euro.
Dal punto di vista della rata mensile, segue il Veneto (390€ pro capite) e la Lombardia (387€), mentre le regioni con un importo medio pro capite più basso sono Sicilia (301€), Calabria (290€) e Sardegna (285€).
Se invece consideriamo il debito residuo medio, sul “podio” insieme al Trentino troviamo la Lombardia (41.189€) e l’Emilia Romagna (38.022€). Chiudono la classifica, con importi più contenuti, Molise (24.714€), Sicilia (24.392€) e Calabria(21.848).
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