Gli studi professionali cambiano volto: nuovi modelli di aggregazione, più leggeri, nati con l’obiettivo di unire le forze per ampliare la gamma di prestazioni offerte, grazie all’integrazione di competenze e specializzazioni. Sono questi i segni di riconoscimento delle nuove reti di professionisti attive sul territorio nazionale: studi professionali di avvocati e commercialisti che puntano ad incrementare i flussi di lavoro, condividere la clientela e le attività professionali e realizzare economie di scala sull’acquisto di beni e servizi.
Una realtà ormai presente da diversi anni, ma che, in questa fase di emergenza Covid-19, potrebbe conoscere un ulteriore sviluppo, offrendo soluzioni per resistere alla crisi che ha investito molti studi professionali. In questi casi, la volontà di aggregazione non corrisponde ad una scelta di formalizzare società tra studi, ma sempre più spesso a soluzioni e strutture più fluide.
Ne è un esempio LawFed, un network di quattro studi legali nato nel 2014, con basi nelle città più importanti del tessuto produttivo nazionale: Milano, Roma, Trieste, Napoli. Ogni studio conta tra le 20 e 40 unità, e la divisione del lavoro avviene in primo luogo per competenza e in secondo luogo per territorialità; della parcella, una quota variabile è destinata alla rete, mentre la parte restante è suddivisa con tariffa oraria tra gli studi coinvolti.
Il progetto era già partito nel 2004 come gruppo europeo di interesse economico (Geie), ma questo modello aveva dimostrato fin da subito alcuni limiti in termini amministrativi, oltre che delle complessità gestionali. Ecco il perché di una formula contrattuale più leggera: oggi LawFed è una associazione di associazioni e non è l’unico esempio italiano di rete tra studi professionali, spesso poco strutturate perché basate su rapporti consolidati di fiducia e collaborazione, senza necessità di accordi particolari. È il caso di E-Legalnet, un network nato nel 2004 dalla collaborazione di cinque professionisti, dislocati in cinque diverse città italiane e legati da relazioni personali risalenti al percorso universitario. La rete segue cause individuali, collettive e seriali, in particolare sul fronte della contrattualistica e il criterio principale per le collaborazioni è la territorialità.
Molto diverso invece il caso di In-law/network, nato già nel 1996 su iniziativa dello studio Ambrosio e Commodo di Torino, dopo alcune collaborazioni sviluppate con studi professionali statunitensi in una class action. Da quell’esperienza è nato il Global Justice Network, rete attiva a livello mondiale soprattutto nelle cause collettive e composta da circa 40 studi professionali, di cui In-law/network rappresenta la costola italiana. La rete, composta da circa venti affiliati, si occupa sia di casi internazionali che nazionali, ed è caratterizzata da una grande flessibilità: di volta in volta si lavora sulla base di accordi specifici tra lo studio promotore e le altre realtà coinvolte sul territorio nazionale.
Ma non bisogna avere necessariamente una vocazione internazionale per fare rete: la collaborazione può essere anche locale, come nel caso di Team Studio, network a cui fanno riferimento sette studi di commercialisti attivi nella provincia di Vicenza. La rete, nata nel 2010, è caratterizzata da una partecipazione dei diversi studi coinvolti in base ad una geometria variabile. Ad esempio è stato creato uno studio associato dedicato a paghe e formazione, con la collaborazione di consulenti di lavoro, mentre un sottoinsieme del network ha messo a fattore comune servizi e software con con un contratto ad hoc, ottimizzato così i costi.
Infine, A-i Avvocati Associati in Italia è una rete basata su diverse categorie di associati, con quote annuali differenziate e una ventina di studi coinvolti. Il network ha recentemente rivisto il proprio modello: la struttura si basa su soci gold, caratterizzati da dimensioni maggiori e forte specializzazione, e soci silver, con competenze più generaliste e attività localizzate. Il network è poi composto da consulenti tecnici con diverse professionalità, come commercialisti e medici legali. I compensi per le collaborazioni, in mancanza di accordi diversi, sono equamente divisi e un regolamento disciplina la difesa congiunta.